Obiettivo
Grazie a Kendoo, abbiamo la possibilità di presentare il nostro progetto territoriale. Tramite la "Fondazione Aiutiamoli a Vivere comitato di Ranica", è possibile accogliere un bimbo bielorusso per una vacanza di risanamento. I bambini vengono a Ranica durante il periodo scolastico e, durante la giornata, dal lunedì al venerdì, fanno attività didattica con le insegnanti bielorusse e l’interprete, in locali messi a disposizione dalla scuola del territorio. Il nostro Comitato organizza per loro visite pediatriche di controllo, oculistiche e dentistiche, più eventuali visite specialistiche per chi avesse necessità; e attività ricreative, gite, momenti di gioco e di festa insieme, perché il loro soggiorno sia davvero una “vacanza terapeutica”. L'obiettivo è quindi quello di raccogliere fondi che serviranno per contribuire alle spese: vitamine, medicinali, visite specialistiche, mensa e attrezzature scolastiche. In cambio i bambini, durante il soggiorno, realizzeranno dei disegni per ringraziare tutti i sostenitori del nostro progetto.
Introduzione generale
I "nostri" piccoli ospiti, maschi e femmine, hanno un'età compresa fra i 7 e i 10 anni e provengono da nuclei famigliari provenienti dalle zone ancora contaminate dalle radiazioni nucleari di Chernobyl del 1986. Per diventare una famiglia "ospitante", basta segnalare la propria disponibilità al nostro Comitato. Non servono particolari requisiti, se non quello di essere persone di buona volontà e disponibili ad offrire parte del proprio tempo, amore e disponibilità. Le conseguenze di tale tragedia sono destinate infatti a durare ancora molto nel tempo e i riflessi economici, sociali e sanitari sono ancora molto pesanti: i bambini ne sono le prime vittime. Fortunatamente però i soggetti più facilmente recuperabili sono proprio i bambini.
Come lavoriamo
Ogni anno, in primavera per circa 4/5 settimane, ciascuna delle nostre famiglie ospita un bambino bielorusso. Non servono particolari requisiti, se non quello di essere persone di buona volontà e disponibili ad offrire parte del proprio tempo, amore e disponibilità. Nei mesi precedenti l'arrivo dei bimbi la nostra organizzazione prevede alcuni incontri formativi. Le famiglie nuove così avranno modo di capire, di conoscere, di scambiarsi esperienze con le famiglie già "accoglienti" da anni. La difficoltà di comunicazione con i bambini, frequentemente rilevata dalle nuove famiglie, non è affatto un problema. Molto spesso è semplicemente fatta di segni o sguardi più che di parole, ed il linguaggio del cuore è un ottimo canale comunicativo. Comunque i nostri piccoli ospiti sono sempre accompagnati da interprete che è disponibile per le famiglie, via cellulare, 24h su 24h. Le famiglie devono essere sottoposte a controllo di merito da parte della Questura. Le formalità conseguenti sono esperite direttamente dalla nostra segreteria. Nello stile della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” l’ospitalità è gestita dal gruppo di famiglie, quindi le famiglie si incontrano periodicamente, trascorrono momenti insieme, condividono gli impegni comuni sostenendosi reciprocamente secondo le disponibilità. Esistono anche famiglie “di riserva” e tanti volontari-collaboratori, che, pur non ospitando direttamente, si rendono disponibili nelle varie attività ed eventi organizzate dal Comitato.
Chi siamo
Tutto ha avuto inizio da un'idea di Renato Morotti che, coadiuvato dall'allora curato di Ranica, Don Manuel, con capillare volantinaggio alle famiglie di Ranica, ha fatto conoscere il progetto "Vacanza di Risanamento". Nel 1997 ci siamo costituiti in Comitato, cioè ci siamo dati uno statuto e una organizzazione, pubblicamente riconosciuta, così da operare in assoluta trasparenza e nel pieno rispetto delle norme che regolano l’attività del volontariato. Siamo un gruppo di famiglie che ha deciso di dedicare del tempo per sostenere un progetto molto entusiasmante: quello di accogliere un bambino bielorusso nella propria casa, per circa un mese, una volta all’anno e con una rotazione triennale, secondo lo stile della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”. Per un mese all’anno accogliamo un bambino a casa nostra; negli altri undici mesi dedichiamo del tempo perché questa esperienza di concreta solidarietà possa rinnovarsi e crescere sempre più, per rispondere alle esigenze di un popolo e di un territorio devastato dalla storia. In particolare ci impegniamo a raccogliere fondi per sostenere il progetto di accoglienza, i progetti solidali gestiti dalla e con la Fondazione Nazionale in Bielorussia e il Micro Progetto di Loev, paese di provenienza dei bambini che accogliamo. Nel 1998 sono arrivati i primi 27 bambini bielorussi, che hanno dato il "LA" alla nostra "avventura", avventura che dura tuttora; nel 2000 abbiamo fatto il nostro primo intervento a Loev e da allora ogni anno ritorniamo per portare il nostro aiuto umanitario.
Perchè serve
A seguito del nostro primo anno di accoglienza è nato il desiderio di conoscere la realtà in cui i nostri ospiti vivevano. E fu così che nel 1999 alcune famiglie del nostro Comitato si organizzarono per il loro primo viaggio in Bielorussia e precisamene a Loev, villaggio di provenienza dei bambini che ospitiamo e che dista circa 70 km. dalla centrale di Chernobyl. La visita a Loev ci ha dato l’opportunità di diventare testimoni non solo delle privazioni in cui vivono le famiglie, ma anche della urgenza di strutture di primaria necessità per le istituzioni pubbliche quali sono ospedale, scuola, istituti per orfani sociali, casa di riposo, vigili del fuoco. In particolare la nostra visita all’ospedale ci diede la forza e lo stimolo per attivarci, una volta rientrati in Italia, a raccogliere fondi. Nell’autunno del 2000 portiamo il nostro primo aiuto umanitario. Acquistando in loco un’ incubatrice, una poltrona dentistica, in sostituzione a quella troppo vecchia e medicinali. Da allora ogni anno organizziamo questo “viaggio umanitario” a Loev per portare il nostro contributo e per verificare personalmente in quale ambito il nostro aiuto deve essere più incisivo. Acquistiamo quindi in loco le attrezzature necessarie e le consegniamo personalmente ai vari enti come l’ospedale, scuole, istituti, casa di riposo, centro di recupero, vigili del fuoco e alle famiglie indigenti. Gli aiuti che riusciamo a portare sono il frutto di iniziative del Comitato, sono privati, associazioni di volontariato e ditte che hanno preso a cuore non solo il nostro microprogetto e i bambini che sono stati ospiti nelle nostre famiglie, ma anche gli abitanti di Loev e quei bambini che forse non avranno la fortuna di poter sperimentare il soggiorno presso una famiglia italiana.
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01 Febbraio 2019
Iniziativa aperta
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